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Perché giocare di ruolo?

«Certo che siete proprio un bel gruppetto, voi cinque. Anche se, lasciamelo dire, sembrate un po’ “fatti apposta”, degli stereotipi viventi, insomma…». La guardo stupito e dubbioso su quest’ultima impertinente affermazione. «Non ti seguo… di che stai parlando?». Per tutta risposta, lei prosegue cominciando a usare un tono altisonante con chiaro intento canzonatorio: «Ganthiz il grande e potente mago, Wilfred il paladino senza macchia, Fernir il guerriero feroce e selvaggio, Rishi il chierico dalla fede incrollabile, Bal’Dir il guerriero della mente! Dai, sembrate i personaggi di una storia fantastica per bambini dove ognuno è appunto uno stereotipo vivente…». È indubbiamente una Mc Heaven, considero tra me e me, e di certo ha preso molto dell’arroganza di “nonno” Fernir. Ma non ha tutti i torti e quindi mi lascio andare a una piacevole risata, anche se in realtà una ragione a tutto quello che ha appena detto c’è.

– Tratto da Il Sigillo di Prometeo – 

Perché giocare di ruolo? Bella domanda… E la risposta potrebbe anche essere decisamente semplice: perché è lo stile di gioco più bello del mondo! Secondo me, ovviamente. E se dovessi sceglierne uno tra le decine e decine di giochi di ruolo che esistono, senza dubbio uno spicca su tutti: Dungeons & Dragons.

Spiegare cosa sia un gioco di ruolo non è facile. Il modo migliore per poterlo capire fino in fondo sarebbe giocarci. Per farla molto, ma molto breve ci sono di solito un gruppo di avventurieri o RPG che, guidati e ostacolati da un Dungeon Master, devono affrontare mille pericoli, scontri mortali, enigmi e trappole diaboliche per arrivare in fondo alla missione loro affidata.

Detta così, pare facile. Uno potrebbe dire “E vabbè, a sto punto accendo la PlayStation e metto su un videogioco action fantasy e faccio uguale.” E ci sta pure, come risposta. Ma non saprai mai cosa ti perdi, amico mio… Le complicazioni di organizzare la sessione. Il ritrovarsi con gli amici attorno a un tavolo, armati solo di un pugno di dadi, un foglio di carta e una matita, pronti a sfidare l’impossibile. Godersi il sorriso sincero del Master quando hai… perdonami, avete risolto una prova che lui stesso credeva impossibile. Il grido di gioia degli amici quando, nel momento più disperato, dove tutto sembra perduto, te ne vieni fuori con la trovata della vita che salva la situazione. L’abbraccio del gruppo quando, dopo esserti scagliato da solo contro il boss finale, gli sbatti in faccia un 20 naturale e lanci l’incantesimo più potente del tuo arsenale magico. E poi i momenti di calma, mentre chiacchierate in una malfamata locanda, gestita da un oste talmente rozzo che, al suo confronto, un maiale potrebbe essere scambiato per un ermellino. Per non parlare delle risate a crepapelle, quando uno del gruppo se ne esce con una citazione nerd, che ci sta da dieci, prima di giustiziare il nemico più infame del dungeon dove vi siete andati a cacciare.

E potrei continuare per ore. Ma il tempo stringe, caro lettore, quindi permettimi solo un consiglio: provaci.

Io in questa rubrica cercherò di raccontarti quali meravigliosi personaggi potresti interpretare, se tu volessi cimentarti nel gioco di ruolo che conosco, per il quale ho fatto il Master per tanti anni e che ho amato così tanto, da essermi stato da ispirazione per scriverci pure un libro.

Questo gioco è ovviamente DUNGEONS & DRAGONS!

E da quale personaggio iniziare, se non da uno dei più iconici, che non può mancare in ogni buon party se non vuoi durare da Natale a Santo Stefano… il GUERRIERO!

Walter Vizzini
Autore de Il sigillo di Prometeo