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Qualche consiglio agli autori emergenti

Molto spesso, durante i firmacopie dei miei romanzi in libreria e alle fiere del libro, i lettori se ne escono con questa frase: «Complimenti, come ti invidio! Anche io da molto tempo vorrei scrivere, ma…». Di solito, finisco di autografare con dedica il libro e poi li guardo. «Ma cosa?» chiedo loro, restando in attesa. Le risposte che ricevo sono sempre uguali: «Non sono capace di scrivere; non ho tempo; poi, alla fine, chi mi leggerebbe?; ho iniziato tempo fa una cosa e poi mi sono fermato; come potrei mai scrivere un romanzo di 400 pagine come il tuo?; ecc.».

A tutti loro dico quello che vale per me (e, credo, per molti scrittori): si scrive perché è un bisogno e perché si sente di avere dentro di sé qualcosa da raccontare al mondo. Non fatelo domandandovi se diventerete autori di best-seller (ve lo auguro!) o anche soltanto se troverete una casa editrice (non a pagamento, mi raccomando) disposta a pubblicarvi. In realtà, mettetevi all’opera e scrivete soprattutto se volete leggervi. Voi stessi siete i vostri primi lettori.

Se non siete dei lettori, lasciate stare: lo scrittore che dice che non legge non è un vero scrittore, ma uno che non lo diventerà mai. Io, per esempio, scrivo quello che vorrei leggere (e che spesso trovo in opere scritte da altri autori). Se ciò che ho creato nero su bianco (o sul Word di un pc) non annoia me, allora ho qualche speranza che possa interessare pure qualcun altro. Inoltre, come si dice, “non si nasce imparati”; gli autori di best-seller, come anche di classici, non sono giunti ai livelli che noi conosciamo in un solo giorno o al primo libro.

Esiste, tuttavia, una ricetta per scrivere? Nessuno ha il verbo in proposito, neppure uno scrittore navigato e di successo da mezzo secolo come Stephen King (il mio dio narrativo personale); quindi, figuriamoci se ce l’ho io, giunto appena al quinto libro! Però voglio provarci, come un pasticciere che vi consiglia quali ingredienti ci vogliono per preparare una buona torta di mele.

Prima di tutto, esercitarsi tanto, all’inizio con racconti brevi, prima di affrontare un percorso lungo come un romanzo. Continuare a leggere molto, perché dovete “rubare il mestiere” ai vostri autori preferiti. Avere un’idea più o meno originale da cui partire e da sviluppare, facendola crescere con pazienza, amore, impegno. Dare a questa passione il maggior tempo possibile (mandate al diavolo social, videogiochi, chat e vi accorgerete quanto tempo sprecate per cose inutili) ed essere disciplinati (non sempre si ha voglia di scrivere, ma ci si costringe, per combattere la pigrizia e la paura del foglio bianco).

Come anticipato, non voglio comportarmi da maestro (ogni giorno scopro quanto ne so poco e cerco sempre di migliorarmi): ho tentato semplicemente di spiegarvi come mi comporto io per sperare di arrivare ad autografarvi una copia dei miei romanzi in una libreria della vostra città. Buona scrittura (e buona lettura)!

Giovanni Magistrelli
Autore di Il tempo degli dei, L’Unione nel mirino
I volti dell’Apocalisse, Poteri